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SSD, i dischi temono il caldo

I dischi SSD possono perdere dati?

Ebbene si, i nuovi e super tecnologici SSD (hard disk allo stato solido), sebbene abbiano prestazioni superiori e velocità inavvicinabile rispetto ai tradizionali dischi a base magnetica, hanno tempi di ritenzione delle informazioni limitate. Soffrono il caldo e quanto più vengono conservati in ambienti caldi, tanto prima le loro informazioni svaniranno… nell’oblio dei BIT.

Circuiti

Il fatto si spiega con la tecnologia sfruttata da questi dischi che in realtà dischi non sono. Ogni singolo bit viene registrato su uno speciale circuito elettronico che mantiene una carica elettrica al suo interno. Dopo un certo tempo, che varia in base alla temperatura di esercizio e a quella ambientale, questa carica elettrica si riduce fino a non essere più leggibile dal dispositivo. L’informazione registrata si è così dissolta.

Il grafico qui sotto (realizzato utilizzando i dati pubblicati da JEDEC), che può risultare di difficile comprensione per i più, mostra come la situazione ideale per far lavorare gli SSD in sicurezza sia registrare i dati a caldo sul dispositivo (55°C). In questo modo, togliendo l’alimentazione, l’SSD mantiene i dati per 400 settimane (7 anni e mezzo) se mantenuto a 25°C. Invece, una volta tolta l’alimentazione, il disco perde la sua memoria in tempi più brevi man mano che la temperatura a cui lo conserviamo aumenta. Mantenendo l’SSD a 40°C i dati “evaporano” in meno di 40 settimane (meno di un anno).

La situazione è ovviamente ipotetica perché nessuno manterrà mai un disco SSD non alimentato per 40 settimane a 40°C. Tuttavia in certe situazioni i dischi potrebbero essere sottoposti a temperature anche maggiori per un tempo limitato.

L’abitacolo di un’auto sotto al sole in estate potrebbe arroventarsi e raggiungere temperature molto più alte e in quel caso i dati sarebbero a rischio.

Questi “dischi” dunque, costosi, dalle alte prestazioni, dalle capacità di storage limitate, devono essere trattati con cura.

Niente a che vedere con i veri Hard Disk magnetici che reggono tranquillamente temperature comprese tra -40°C e +70°C e dalle capacità di storage che raggiungono agevolmente diversi TeraByte.

Ma d’altra parte nessuno che decida di acquistare ed utilizzare gli SSD sui propri sistemi penserà di sottoporli ai “forni” delle nostre auto in sosta estiva sotto al sole!

E altra cosa importante è essere consapevoli che gli SSD non sono la soluzione migliore per il backup dei dati, scopo per il quale i vecchi HDD sono ancora la soluzione che coniuga al meglio, capacità, velocità, costi e affidabilità.

Chi pensasse di copiare le proprie foto e i propri documenti su un SSD e di lasciarlo nel cassetto per anni non ha capito bene i veri pregi di questi dispositivi di memorizzazione.

Gli SSD si prestano egregiamente per migliorare la velocità di esecuzione delle applicazioni software, ma soprattutto l’avvio dei sistemi operativi che possono passare da 80 secondi (caricati da un HDD) a meno di 20 secondi (da SSD).

Come per tutte le cose, anche per i nuovi SSD, è sempre bene avere in testa che cosa sono e per che cosa sono utili.
SSD pedita dati